martedì 30 novembre 2010

Le 10 regole da seguire per realizzare un impianto fotovoltaico e ottenere gli incentivi

1. Leggere, documentarsi, sentire le opzioni di diverse aziende, facendosi dare un’idea di massima dei tempi e dei costi di realizzazione dell’impianto.

2. Selezionare un’azienda specializzata che sia in grado di elaborare un progetto preliminare, un preventivo e che sia in grado di garantire un’assistenza post-vendita. E’ indispensabile che il progettista faccia un sopralluogo.

3. Preparare la documentazione burocratica. Al soggetto responsabile dell’impianto conviene informarsi presso il proprio ufficio comunale per comprendere quale sia l’iter autorizzativo da seguire e per informarsi circa le autorizzazioni da richiedere, compreso il permesso di costruire.

4. Decidere se si vuol vendere a prezzi garantiti l’energia immessa in rete (Regime di Ritiro Dedicato), oppure se si vuole optare per lo Scambio sul posto e usare questo valore economico per i rimborsi delle bollette. Questa opzione è quella decisamente consigliata ai privati.

5. Inoltrare al gestore di rete (Enel, A2A…) il progetto preliminare dell’impianto, corredato di foto e certificazioni e la richiesta di concessione della tariffa incentivante; richiedere anche la connessione alla rete, precisando se si intende optare per lo scambio sul posto.

6. Attendere la comunicazione del gestore della rete circa il punto di allaccio, i tempi per la realizzazione e il costo.

7. Accettare il suddetto preventivo e procedere alla stipula del contratto tra il soggetto responsabile dell’impianto e il gestore della rete.

8. Comunicare al gestore della rete la conclusione dei lavori di realizzazione dell’impianto. Il gestore provvede, entro 30 giorni lavorativi, ad allacciare l’impianto alla rete.

9. Accertarsi che il gestore installi un apposito contatore elettrico, che servirà a misurare l’energia elettrica alternata prodotta dall’impianto. Il contatore è indispensabile per la remunerazione dell’energia prodotta. Il contatore deve essere posto il più vicino possibile all’inverter.

10. Comunicare al gestore, entro 60 giorni, la data di entrata in esercizio dell’impianto e fargli pervenire la richiesta di incentivo. Un impianto fotovoltaico è in esercizio quando è collegato in parallelo alla rete elettrica; sono attivi i contratti di scambio o cessione dell’energia; i contatori sono installati.

Impianto fotovoltaico: quali caratteristiche per accedere agli incentivi

Gli impianti fotovoltaici, per poter beneficiare degli incentivi del Conto Energia 2011, devono avere alcune caratteristiche. Per prima cosa la potenza nominale deve essere maggiore di 1 kW; devono poi essere connessi alla rete elettrica pubblica.

Inoltre l’impianto deve essere certificato e cioè deve essere conforme a due normative tecniche: CEI EN 61215 per i moduli fotovoltaici in silicio cristallino, CEI EN 61646 moduli fotovoltaici a film sottile. Solo per gli impianti integrati di potenza maggiore a 3 kW sono ammessi moduli esenti dalle suddette certificazioni, ma solo se non esistono prodotti standard certificati sul mercato.

Link al Conto Energia 2001

Richiesta incentivo: i documenti da inviare al GSE

1. Richiesta di concessione della tariffa incentivante. Deve essere stampata dal portale (www.gse.it), e deve riportare la data e la firma del soggetto responsabile dell’impianto.

2. Scheda tecnica finale d’impianto. Deve essere stampata dal portale (www.gse.it), e deve riportare la data, la firma e il timbro di un tecnico iscritto all’albo professionale.

3. Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Deve essere stampata dal portale (www.gse.it) e essere sottoscritta dal soggetto responsabile del soggetto responsabile dell’impianto. Non dimenticare di allegare una copia del documento di identità.

4. Documentazione finale del progetto. Deve essere firmata e timbrata da un tecnico iscritto a un albo professionale e deve essere completata da almeno 5 fotografie ed elaborati grafici del progetto. Non dimenticare di fornirla anche informato pdf, salvato su CD.

5. Elenco dei moduli fotovoltaici e dei convertitori. Deve essere indicato il modello, la marca e il numero di matricola dei prodotti. Deve essere caricato sul portale e fornito su CD.

6. Certificato di collaudo. Le prove che devono essere riportate sono: continuità elettrica e connessioni tra i moduli, messa a terra di masse e scaricatori, isolamento dei circuiti elettrici delle masse, corretto funzionamento dell’impianto, verifiche prestazionali dell’impianto (ai sensi del DM 19/02/2007).

7. Dichiarazione di proprietà dell’immobile su cui sarà installato l’impianto. Questo documento può essere sostituito dall’autorizzazione del proprietario.

8. Copia del permesso di costruire o DIA. Qualora questa documentazione non sia necessaria, il soggetto responsabile dell’impianto deve dichiararlo.

9. Comunicazione, da parte del gestore della rete locale, del codice identificativo del punto di connessione alla rete. Fornire una copia dell’originale.

10. Verbale di attivazione del contatore di misura dell’energia prodotta e di connessione alla rete. Fornire una copia dell’originale.

Che cos'è il Conto Energia

Il Conto Energia è una forma di incentivo statale prevista per l'installazione degli impianti fotovoltaici. Remunera direttamente l'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico già in esercizio e dura 20 anni.

I vantaggi economici del Conto Energia
Permette di consumare istantaneamente parte dell'energia prodotta, ottenendo così un risparmio sulla bolletta; successivamente permette di vendere a prezzi garantiti l'eccesso di energia immesso in rete o, in alternativa, di usare il valore economico degli scatti immessi in rete per il rimborso dei costi di bolletta elettrica sostenuti durante l'anno (scambio sul posto). Infine, l'unità immobiliare acquisisce maggior valore.

Attualmente è in vigore il Conto Energia 2011.

Link al Conto Energia 2001

Nuovo Conto Energia 2011: che cosa cambia rispetto al passato

Dal primo gennaio 2011 il Conto Energia 2010 lascerà il posto al Conto Energia 2011, che durerà fino alla fine del 2013. Il Conto Energia 2011, regolamentato dal Decreto del 6 agosto 2010, ha in parte stravolto il vecchio Conto Energia in vigore fino a fine 2010.

Per prima cosa sono state riviste le tariffe incentivanti: nel corso del 2011 le tariffe subiranno un calo del 6% ogni quadrimestre fino ad arrivare al 20-25% in meno rispetto a quelle attualmente valide. Nel 2012 queste diminuiranno ancora del 6% e un ulteriore calo del 6% è previsto per il 2013. Bisogna però precisare che questi provvedimenti colpiscono soprattutto gli impianti a terra, mentre gli incentivi previsti per gli impianti posti sugli edifici sono ancora molto vantaggiosi.

In secondo luogo gli impianti sono stati riclassificati. Da gennaio le fasce di potenza degli impianti saranno 5 e non si parlerà più di integrazione architettonica. Gli impianti sono stati infatti suddivisi in due gruppi: gli impianti costruiti sugli edifici e tutti gli altri impianti.

Link al Conto Energia 2001

Come funziona un impianto fotovoltaico

Un impianto solare fotovoltaico, sostanzialmente differente dall'impianto solare termico, serve per produrre energia elettrica dal sole, attraverso l’impiego di moduli fotovoltaici. L’energia che ne deriva può essere utilizzata istantaneamente per i consumi domestici (luce, elettrodomestici…) oppure può essere riversata nella rete elettrica del gestore locale (ENEL, ACEA, AEM…)

Si calcola che l’investimento per un impianto fotovoltaico possa essere ripagato in 8-10 anni solo con il risparmio in bolletta; si deve poi tenere conto che lo Stato incentiva la realizzazione di questo impianto, tramite il Conto Energia.

Il funzionamento è basato su un regime di interscambio con la rete elettrica pubblica: nei momenti di scarsa insolazione – per esempio di notte – l’energia viene prelevata dalla rete; di giorno, oppure nei mesi più soleggiati, l’eventuale eccedenza di produzione può essere immessa nella rete.

La corretta esposizione dell’impianto ha un peso notevole sulla buona riuscita dell’intervento: il sopralluogo del progettista si rende dunque necessario per verificare la possibilità di installare i pannelli esponendoli a sud e con una inclinazione di 25 -35 gradi.

Deve poi essere verificata l’assenza di ostacoli che potrebbero creare ombreggiamento e la disponibilità dello spazio necessario per installare i moduli. Si tenga, infatti, presente che occorre una superficie di circa 8-10 m2 per ogni KW di potenza.

La producibilità di energia di un impianto fotovoltaico è influenzata da alcuni fattori: la radiazione solare e le condizioni ambientali del sito lungo tutto l’anno, le prestazioni tecniche dei moduli e dell’inverter, l’inclinazione dei moduli, l’esposizione e le eventuali ombre temporanee.

La potenza di picco (kWp) di un impianto esprime la potenza teorica massima che esso può produrre in condizioni standard di insolazione e temperatura dei moduli (100 W/m2 e 25°.

lunedì 29 novembre 2010

Da che cosa è composto un impianto fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico è composto da:

- Una serie di moduli fotovoltaici che, esposti al sole, erogano corrente continua; la potenza si misura in kWp.

- Una struttura di sostegno per installare i moduli sugli edifici o sul terreno.

- Un inverter che regola il funzionamento dei moduli fotovoltaici e converte la corrente prodotta in corrente alternata.

- Un contatore delle produzioni che registra l’energia prodotta al fine dell’incentivazione del Conto Energia.

mercoledì 10 novembre 2010

Chi è il soggetto responsabile

E’ il soggetto (persona fisica, giuridica, soggetti pubblici, condomini…) che richiede l’erogazione delle tariffe incentivanti ed è responsabile dell’esercizio dell’impianto incentivante.

venerdì 5 novembre 2010

Chi è il GSE

Il GSE è il soggetto (persona fisica, giuridica, soggetti pubblici, condomini...) che richiede l'erogazione delle tariffe incentivanti ed è responsabile dell'esercizio dell'impianto incentivante.

Il sito del GSE (www.gse.it) rende disponibili tutti i documenti idonei per effettuare la richiesta degli incentivi

martedì 2 novembre 2010

Impianto solare termico: non confondiamolo col fotovoltaico

Un impianto solare termico serve per produrre acqua calda per uso sanitario e/o riscaldamento attraverso i pannelli solari termici (altrimenti detti collettori solari) che sono dispositivi in grado di convertire la radiazione solare in energia termica. L’energia, può essere immagazzinata e dunque può per essere utilizzata in un secondo momento.

Questi impianti, che spesso vengono confusi con i pannelli solari fotovoltaici, sono facilmente integrabili nella struttura architettonica di un edificio e hanno un basso costo di manutenzione.

Il funzionamento di questi impianti è piuttosto semplice: la circolazione dell'acqua dal serbatoio al rubinetto domestico è realizzata mediante circolazione naturale o forzata; in caso di circolazione forzata il pannello solare integra una pompa idraulica con alimentazione elettrica.

L’efficienza dei pannelli solari termici varia naturalmente in funzione dell’esposizione solare, della latitudine, della stagione e delle condizioni meteorologiche.

Anche il numero di pannelli che si devono installare varia con il clima del luogo e naturalmente con le esigenze dell’utenza. Si tenga comunque conto che un pannello di un metro quadrato produce in media 80-120 litri di acqua calda al giorno.

E’ chiaro che di notte i pannelli solari termici non producono acqua calda, cosi come quando piove. Ecco perché è indispensabile il serbatoio, la cui funzione è proprio quella di accumulare l’acqua per renderla disponibile al momento del bisogno.

Normalmente i pannelli solari termici non sono l’unico dispositivo per il riscaldamento dell’acqua presente in un’abitazione. Sono, infatti, spesso affiancati da scaldabagni elettrici o caldaie a metano.

Insieme al fotovoltaico, il solare termico rappresenta una delle fonti energetiche rinnovabili più importanti in questo momento.

Da cosa è composto:
- Uno o più pannelli solari termici, a seconda delle esigenze dell’utenza.
- Un serbatoio di accumulo del calore solare.

lunedì 1 novembre 2010

Le altre energie rinnovabili

Oltre al fotovoltaico e al solare termico, il settore delle energie rinnovabili annovera anche gli impianti geotermici, mini-eolici e mini-idroelettrici.

Impianto di climatizzazione geotermica
Gli impianti geotermici sfruttano il calore proveniente dal sottosuolo; si tenga infatti conto che la temperatura del terreno è pressoché sempre costante e che in Italia è compresa in un intervallo tra 12-18 gradi. In questo modo possono essere climatizzati – riscaldandoli o raffrescandoli – gli edifici.
Un impianto geotermico può dunque tranquillamente sostituire i tradizionali climatizzatori: producono infatti aria fredda, aria calda e acqua calda sanitaria, indipendentemente dalle temperature esterne e per 365 giorni all'anno.
Se per tutti gli edifici di nuova costruzione l’impianto geotermico può essere progettato e realizzato senza alcun problema, diverso è il discorso per gli edifici esistenti. Bisogna infatti considerare che per la realizzazione di questi impianti occorre avere a disposizione un certo spazio all’esterno dell’edificio che permetta lo svolgimento degli scavi e trivellazione per la posa in opera delle sonde.
In caso di edificio in fase di ristrutturazione, si tenga però conto che si può usufruire delle detrazioni fiscali del 55%.

Da cosa è composto
Alcune onde che attraversano il terreno, il cui compito è quello di captare il calore. Le sonde possono essere poste in direzione verticale (raggiungendo e superando in alcuni casi i 100 metri di profondità) o in direzione orizzontale (posti a 1-2 metri di profondità).
una pompa di calore elettrica, installata all’interno dell’edificio. La pompa permette di trasferire il calore dal terreno all’ambiente interno in fase di riscaldamento; nella fase di raffrescamento questo ciclo viene invertito. Si ricorda che la pompa di calore utilizza elettricità.

Impianto mini eolico
Si tratta di aerogeneratori di piccola taglia che si interfacciano con la rete elettrica o che alimentano utenze isolate.
Particolarmente adatti a questi impianti le utenze residenziali in abitazione singola, purché site in aree con adeguata ventosità. Anche le aziende agricole e agrituristiche, nonché alcune tipologie di piccole e medie imprese, possono trarre vantaggio da queste applicazioni.
In base all'orientamento dell'asse di rotazione delle pale rotoriche, gli aerogeneratori possono essere
asse orizzontale (le più diffuse e le più simili agli impianti di grande taglia) o ad asse verticale.
Le turbine ad asse orizzontale possono essere bipala, tripala (le più diffuse) e multipala. Con l'aumentare del numero delle pale aumenta il rendimento dell’impianto, ma aumenta anche il prezzo.
Le turbine ad asse verticale sono più care rispetto alle altre, ma funzionano indipendentemente dalla direzione del vento e presentano una migliore resistenza anche a venti elevati e molto turbolenti.
Gli impianti eolici di potenza nominale media annua compresa tra 1 e 200 kW che siano entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007 possono usufruire di una tariffa fissa onnicomprensiva di 0,30 € /kWh per 15 anni.

Impianto mini-idroelettrico
Si tratta di piccoli impianti idroelettrici di potenza inferiore a 1 MW in grado di produrre energia elettrica sfruttando i piccoli corsi d’acqua, come i ruscelli. Perfetti dunque per le piccole comunità montane o extraurbane. In alcuni casi possono essere utilizzati anche i canali irrigui, i canali di bonifica e le tubazioni degli acquedotti.
La piccola taglia permette di utilizzare corsi d’acqua di modeste dimensioni; i costi di realizzazione e manutenzione degli impianti sono contenuti.
Da cosa è composto:
- Una o più opere di presa e/o di accumulo.
- Uno o più canali e condotte forzate per l’adduzione.
- Una turbina per convertire l’energia cinetica in energia meccanica.

- Un generatore per trasformare l’energia meccanica in elettrica.

- Un trasformatore per innalzare la tensione in uscita dal generatore al livello della linea elettrica.